La Storia

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Intorno al 1895, mister Cripps arriva in Versilia dalla natia Inghilterra per commerciare marmi. L'eco dei ricordi, sfumati dal tempo, lo fanno appena intravedere mentre cerca buoni affari nelle cave e nelle segherie delle Apuane da Carrara a Pietrasanta. Il suo calessino deve portarlo nei posti giusti. Là, dove gli affari che riesce a concludere sono eccellenti. Al punto che, di li a pochi mesi, mister Cripps può permettersi una villa in dignitoso liberty, all'angolo fra la via Giotto e il viale Buonarroti.

Nella accogliente villa egli trascorre le ore libere da impegni commerciali. Le trascorre riposando, ma il minimo indispensabile. Perchè dall'Inghilterra mister Cripps è arrivato non soltanto col fiuto per gli affari. La frequentazione del suo club londinese lo aveva infatti esposto al contagio della passione per il tennis, uno sport le cui regole erano state codificate, venti anni prima, da un so connazionale, il maggiore Walter Clopton Wingfield.

Una passione cosi intensa da imporre una terapia adeguata. E' per questo che mister Cripps era giunto in Versilia con tutto l'occorrente per giocare a tennis: una cassa contente quattro racchette, una fornitura di palle, un rotolo di nastro, degli spilloni e delle zeppe. Tutto l'occorente, meno il campo. Dalla terrazza dove si concedeva mezz'ora di relax fumando un Avana e centellinando un bicchierino di sherry, mister Cripps sguinzagliava pensieri, sogni, propositi e fantasie nella pineta che aveva di fornte, a pochi metri, dall'altra parte del viale Buonarroti. Ed è durante una delle sue quotidiane incursioni fra pini, lecci e platini che ha individuato dove poter "collocare" il campo da tennis che gli occorreva per dare sfogo alla sua passione.

Campo per modo di dire, naturalmente. Nel senso che a poche decine di metri dalla sua villa, fra alberi e cespugli di rovi e di pitosforo, era possibile realizzare un campo da sogno. Non col fondo erboso, come quello del mitici Wimbledon, ma in cemento. Per un tipo pratico e determinato come mister Cripps, campo pensato vuol dire campo attuato. E alla svelta. Infatti gli bastano pochi "games" per battere la burocrazia di quei tempi e far firmare all'allora sindaco, Egidio Gemignani, la concessione.

Nell'estae del 1896 il campo è pronto. E' su un'area di cemento levigato lunga 40 metri e larga 20. Il rettangolo di gara ha le dimensioni fissate a Wimbledon nel 1877: è lungo m. 23,77, largo m.10,97 - per il doppio - e m. 8,23 per il singolare. Gli "ombrelli" di un paio di pini maestosi riparano dal sole buona parte del rettangolo di gioco sul quale cadono "pinugliori", foglie di platano e ghiande di leccio, a sceonda della stagione.

E cosi, nell'estate del 1896, Mister Cripps, riprende a giocare a tennis. Non da solo, è ovvio. Perchè nel darsi da fare per costruire il campo a pochi passi dalla sua villa, non si lasciava sfuggire nessuna occasione per diffondere la passione per il tennis.
Quindi l'inaugurazione del campo coincide con la costituzione del Circolo del Tennis Viareggio. Il quarto in Italia, dopo la costituzione dei club Lawn Tennis di Roma (1890), di Milano e di Genova (1893), e prima di Firenze (1898).